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Focus
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Farmaci venduti via e-mail, quanto c'è da fidarsi?
Martedì 16 Marzo 2010
autore: Roberto Rais Recentemente un nostro lettore, Gaetano D., ci ha chiesto quanto siano
attendibili le vendite di farmaci via Internet, in particolare di vaccini
contro la tanto temuta ‘influenza
suina’, che nelle settimane e nei mesi scorsi ha fatto
praticamente tremare l’intero pianeta.
Effettivamente in rete le occasioni per acquistare “presunti” farmaci
antivirali e vaccini non mancano di certo. Il fenomeno non rappresenta nemmeno
una novità, considerando che da diverso tempo le autorità competenti lanciano
periodici allarmi sui pericoli inerenti la compravendita non autorizzata
di simili sostanze. Una lotta all’illegalità che però non ha sempre condotto a risultati
brillanti, sebbene l’Unione Europea abbia predisposto un framework in linea
con gli obiettivi da perseguire, e non manchi di certo la volontà di
incrementare il lavoro sinergico con le varie istituzioni operanti in campo
sanitario.
Lo scenario caratterizzato dalla vendita illegale di medicinali ha poi acquisito
dimensioni ancor più impressionanti proprio in occasione della recente
diffusione del virus A/H1N1, il primo, in cinquant’anni, per cui la World
Health Organisation abbia ritenuto necessario utilizzare il vocabolo
“pandemia” in relazione alla sua capacità diffusoria. I timori di
un contagio incontrollato hanno scatenato la corsa al vaccino, alimentata anche
dal timore di non poter entrare in possesso del farmaco a causa di una primaria
scarsità delle dosi diramate alle strutture competenti.
Di qui la volontà di cercare altre strade, compresa quella, maggiormente a
portata di mano, che conduce alla rete. Una strada che è
tuttavia densa di pericoli, sui quali non possiamo che ricordare la posizione
assunta dall’European Medicines Agency fin dalle prime settimane di diffusione
del virus su larga scala. L’EMEA aveva infatti messo in allerta i cittadini
del vecchio Continente dal desistere dall’acquisto delle dosi del
Tamiflu tramite Internet, in una richiesta di cautela rilanciata anche
recentemente: il rischio comune è infatti quello di entrare in contatto
con truffatori senza alcuno scrupolo, capaci -nella migliore delle ipotesi- di
vendere come antivirale una sostanza inefficace (poiché contenente ingredienti
inattivi o semplici zuccheri) o addirittura -nell’ipotesi più deleteria per
la salute- tossica. Senza escludere comunque la possibilità che a denaro
incassato non spediscano alcunché.
Il nostro consiglio è pertanto quello di stare alla larga da simili tentazioni,
e non dar seguito alle offerte che ancora oggi -ad “allarme suina” oramai
ridotto- continuano a pervenire nelle caselle e-mail di mezzo mondo.
Roberto Rais
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