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Focus
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Truffe nigeriane e furti di identità (defunte)
Mercoledì 10 Marzo 2010
autore: Roberto Rais In Galles due uomini e una donna sono stati condannati dai giudici con
l’accusa di aver compiuto decine di “furti di identità” per compiere una
serie di truffe che avrebbero complessivamente fruttato oltre 20 mila sterline.
A finire in carcere per tali motivazioni sono stati i componenti di una
vera e propria gang nigeriana composta da Michael Olusanya (23 anni),
Kolajo John Ojomo (25 anni) e Hamda Khahin (22 anni), condannati rispettivamente
a tre, quattro e due anni di reclusione.
Il modus operandi dei tre non ha costituito alcuna novità per gli inquirenti: attraverso Internet, infatti, i
truffatori erano soliti recuperare illegalmente i certificati di nascita
di ignari cittadini, sfruttando tali attestazioni per produrre ulteriore
documentazione di identità e, soprattutto, aprire conti correnti bancari da
sfruttare come mezzo per il compimento di frodi multiple.
Quel che rileva nella vicenda, tuttavia, è un presunto nuovo trend utilizzato
dagli artefici delle “nigerian scams”. Gli arrestati, infatti,
supportando le ipotesi di chi già stimava una diffusione delle frodi basate sul
furto di identità di persone decedute, non si sarebbero limitati a
nominativi di adulti scomparsi, ma, seguendo una crescente tendenza tra chi
truffa di professione, si sarebbero serviti di nominativi insospettabili per
compiere frodi online e nel mondo fisico quali quelli di bambini deceduti negli
ultimi decenni.
Secondo le autorità del Galles a essere utilizzata recentemente dalla gang
sarebbe stata, infatti, l’identità del piccolo John Dempsey Hamilton,
morto sedici anni fa all’età di soli due anni.
Nella fattispecie, la squallida vicenda sarebbe venuta alla luce nel febbraio
del 2009, quando la DVLA (la Driver and Vehicle Licensing Agency, una sorta di
Registro dei veicoli immatricolati nel Regno Unito, e di censimento dei titolari
di una patente di guida), si è resa conto della inusuale
ripetizione dello stesso nominativo e domicilio per numerose patenti.
Dopo diversi mesi di indagine (con amara sorpresa per i genitori del piccolo
defunto), quindi, ad ottobre dello scorso anno i tre truffatori sono stati
finalmente arrestati.
Roberto Rais
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