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Falsi venduti in Rete: come riconoscere una Lacoste autentica da una contraffatta
Giovedì 09 Ottobre 2008
autore: Redazione InterTraders Inauguriamo "ufficialmente" questo nuovo spazio all'interno di
InterTraders dedicato al raffronto tra articoli veri e falsi venduti in Rete,
soffermandoci non a caso su quello che è l'emblema della contraffazione e
dell'e-commerce low price: le polo Lacoste.
Probabilmente alcuni dei lettori già conosceranno il valore di un capo di
abbigliamento di questo tipo e di conseguenza sapranno con che facilitÃ
esso si presti alla falsificazione. Una condizione dettata dalla forte
domanda tra gli amanti del griffato e dalla volontà dei falsari di
"soddisfare" chi, per un motivo o per un altro, non le acquisterebbe mai al
valore di mercato.
L'indumento recensito nelle righe a seguire è la "famosa" polo Lacoste versione
"Classic" a tinta unita in cotone piquè: un vero cavallo di battaglia per
moltissimi falsari.
In Rete girano diverse schede, articoli e video che descrivono o mostrano nei
dettagli gli elementi che contraddistinguono una polo Lacoste autentica da una
falsa, alcuni di questi sono frutto di pareri, altri di raffronti fotografici
fatti da acquirenti esperti. In ogni caso sul sito
ufficiale dell'azienda non risulta esservi un decalogo dedicato
all'argomento, bensì l'invito drastico ad acquistare polo Lacoste solo
presso le boutiques autorizzate (https://www.lacoste.com/ita/main.html - v. sez. FAQ).
Nonostante ciò, abbiamo raccolto e confrontato la documentazione più uniforme
e le testimonianze più attendibili presenti nel Web e abbiamo elencato in
7 punti quegli elementi che, da soli o in concorso tra loro,
permetterebbero di riconoscere un capo autentico da uno falso.
Speriamo di fornire in questo modo delle linee guida utili a chi desidera
comprare una polo Lacoste (magari per trarne degli interrogativi da girare al
venditore prima dell'acquisto) e a chi l'ha già acquistata e desidera
individuare dei parametri per valutarne la genuinità .
Nel confrontare un modello autentico con uno presumibilmente falso,
raccomandiamo in ogni caso ai lettori di valutare con la giusta ponderazione il
Paese di produzione dell'indumento. Se il capo riporta sulla linguetta interna
la dicitura "made in Perù" o "made in India" al posto del
classico "Fabriqué en France" o "made in France", tale
elemento non è da considerarsi come identificativo della cattiva qualità della
merce acquistata, ma come un aspetto che contraddistingue il target di
destinazione: acquirenti americani, asiatici o europei.
Non a caso nei punti a seguire abbiamo considerato ed elencato quegli elementi
che permettono di distinguere generalmente le polo Lacoste
autentiche da quelle false, a prescindere dal luogo di fabbricazione e quindi da
quelle piccole "eventuali" differenze che possono caratterizzare il capo
prodotto in una certa nazione rispetto a quello fabbricato in un'altra.
1) Partiamo dal primo elemento: il logo
Lacoste.
Nell'immagine a seguire abbiamo messo a confronto un logo autentico (a sinistra)
con due varianti false (a destra).
Come è riscontrabile a occhio nudo, un "coccodrillo autentico" si
riconosce dalla tonalità del colore (verdone) e dalla maggior
precisione nella forma e nelle cuciture nere che ne delineano la livrea e i
contorni. L'animale, inoltre, è cucito sul tessuto
della maglia (caratteristica costante nei modelli da donna; in quelli da uomo
tra logo e tessuto sarebbe interposta una specie di toppa non visibile a occhio
nudo) con del filo di nylon e non semplicemente incollato o
stampato; pertanto qualsiasi altra variante anche nella forma o nel
disegno (ad es. coccodrillo a bocca chiusa o con coda puntata verso l'alto) è
da considerarsi un falso.
Altro rilevante dettaglio è quello riguardante la collocazione del logo
rispetto al collo della polo e all'abbottonatura; nelle falsificazioni
il coccodrillo è più distante e decentrato rispetto a quello presente nelle
maglie autentiche, presentandosi in alcuni casi anche leggermente ruotato.
La collocazione parallela esemplare pertanto è tra la cucitura alla
fine dell'abbottonatura e il primo bottone partendo dal basso.
2) Passiamo alla forma e dalla qualità dei
bottoni.
I due bottoni di un modello "classico" autentico (uno di essi
è visibile a sinistra nell'immagine a seguire) presentano due fori
allineati e cuciti in verticale, ma soprattutto ciascuno di essi presenta il
bordo rialzato ed è in madreperla.
Diversamente, nelle polo false, i bottoni hanno tutt'altro aspetto,
presentandosi appiattiti, plastificati o di un colore comunque diverso dal
bianco.
E' bene precisare che alcuni modelli di Lacoste possono ovviamente presentare
caratteristiche native dei bottoni diverse da quello "classico", come ad es. la
quantità o il colore. Al contrario, bottoni con inciso o stampato il marchio
dell'azienda vanno considerati senza dubbio dei falsi (v. immagini a seguire).
A tal proposito, qualora nutriate dubbi su questo ed altri aspetti, può essere
utile visitare l'e-shop ufficiale Lacoste:
https://shopapparel.lacoste.com/index.html
la cui interfaccia permette di ingrandire i dettagli dei singoli modelli di polo
al fine di analizzarne manifattura e qualità .
3) Un altro elemento distintivo è costitutito
dall'etichetta interna con le indicazioni relative al
lavaggio:
quella presente nelle polo false (a destra) è molto più semplicistica
nella qualità e nelle informazioni riportate rispetto a quella delle Lacoste
autentiche (a sinistra), da cui si distinguerebbe anche per l'assenza
della scritta "* DEVANLAY * " (dal nome della società che detiene il marchio
Lacoste - meglio visibile nell'immagine a seguire).
Quest'ultimo aspetto in realtà è particolarmente discusso in Rete: a parere di
alcuni infatti sarebbe fortemente indicativo della genuinità del prodotto (in
particolare nelle Lacoste "Designed in France - Made in Peru"), secondo altri,
invece, non avrebbe alcuna affidabilità a causa dell'evoluzione della
contraffazione del settore, che ha portato i falsari ad aggiungere
dettagli come questo per convincere anche gli acquirenti più diffidenti.
4) Un ulteriore criterio distintivo attendibile sono le
due linguette in tessuto presenti sulla parte posteriore interna del
collo:
in un capo autentico la prima linguetta (quella anteriore) deve riportare
rispettivamente lo stemma del coccodrillo (dagli occhi ben visibili) e il testo
"Lacoste" cuciti su sfondo bianco, senza alcuna cornicetta di contorno; la
taglia, inoltre, deve essere espressa in numeri e non in lettere (S, M, L etc.)
cuciti in rosso.
L'etichetta posteriore, invece, se autentica, deve riportare i Paesi di
progettazione e fabbricazione (designed in... made in ....) accompagnati dal
numero identificativo di commercializzazione del capo (numero che può essere
riprodotto in maniera ingannevole anche sui falsi più raffinati...).
5) La qualità del tessuto e le rifiniture sono altri elementi
che fanno la differenza.
Come per gran parte dei capi contraffatti (ad es. Ralph Lauren), le false polo
Lacoste presenterebbero una certa sproporzione a parità di taglia con
le originali (nelle immagini a seguire sono messe a confronto una polo
autentica e una falsa "made in Perù" della stessa misura):
inoltre il tessuto di una falsa Lacoste potrebbe non presentare quelle
caratteristiche proprie della tessitura piquè (a nido d'ape), presentando, al
contrario, una superficie piuttosto scadente, liscia e sottile al tatto,
soggetta -dopo pochi lavaggi- a facile scolorimento, deformazione o
restringimento.
6) Il talloncino di cartone che accompagna una polo nuova
presenta anch'esso delle differenze nel raffronto tra una maglia autentica e una
falsa.
Alcuni venditori, specie nelle aste on line, evidenziano la presenza del
talloncino a garanzia dell'autenticità del prodotto. Si tratta purtroppo di un
segno distintivo ormai totalmente inattendibile, eccezion fatta per alcuni casi
come quelli visibili nell'immagine a seguire:
come emerge da uno sguardo attento, il talloncino della polo autentica oltre a
distinguersi per la stampa dei testi più marcata, presenterebbe la
zampa anteriore del coccodrillo più ravvicinata alla "o" di "Lacoste";
tuttavia, nell'immagine vista abbiamo volutamente inserito dei punti
interrogativi poichè ciascuno dei talloncini sembra presentare insieme
caratteristiche di capi autentici e contraffatti.
Il retro del talloncino, invece, a parte la presenza di un codice a barre che
andrebbe verificato, non riporterebbe nel modello falso il colore della polo (v.
"dahlia" nell'immagine a seguire).
7) Il prezzo.
Solitamente una polo Lacoste autentica ha un costo che va dai 70-80 euro in su
(saldi o promozioni esclusi), ma, come molti utenti denunciano, in Rete si trova
praticamente di tutto a qualsiasi prezzo.
Certo, a volte un importo eccessivamente basso può trovare una giustificazione
nella provenienza della merce in vendita (ad es. ricettata, e in tal caso non è
escluso neanche che si tratti di polo autentiche), ma per il resto una Lacoste
nuova venduta al di sotto dei 50 euro è con grande probabilità un falso.
Concludendo, come visto, non sembra esservi sul sito Lacoste un decalogo
ufficiale che permetta di riconoscere le polo false da quelle autentiche (al
contrario di come avviene per alcuni altri siti di noti marchi d'abbigliamento),
motivo per cui i criteri identificativi elencati -singolarmente o nell'insieme-
possono non essere sufficienti per verificare al 100% la genuinità di
un indumento.
In Rete vi sono diversi forum e siti dedicati al riconoscimento di Lacoste
autentiche e false: invitiamo i lettori a consultarli, valutando
tuttavia con ponderazione quanto alcuni di essi dichiarano, essendo i raffronti
e i giudizi in essi contenuti spesso soggettivi e basati su un singolo
acquisto.
Chi desiderasse invece appurare senza alcun dubbio la genuinità di una polo
Lacoste, dovrebbe necessariamente sottoporre il capo ad un perito specializzato
in materia, o, in alternativa, contattare telefonicamente gli
eventuali uffici dell'azienda preposti alla lotta alla contraffazione
(solitamente i grandi marchi ne hanno) e fornire tutti quegli estremi e dettagli
che di solito sfuggono ad un acquirente medio.
Redazione InterTraders
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