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Focus

Contraffazione cancerogena, dalle minimoto al Viagra passando per le memorie digitali

Lunedì 23 Luglio 2007
autore: Adriana Augenti
A pochi giorni dallo scandalo internazionale dei dentifrici contraffatti le autorità competenti sono nuovamente chiamate ad operare nel settore delle merci ‘alterate’. Sempre più spesso componenti falsificati, di provenienza soprattutto cinese, entrano nella UE scegliendo varchi doganali deboli. La GDF di Genova ha operato un nuovo ingente sequestro di merce siffatta: mille minimoto che presentano anomalie strutturali e il cui surriscaldamento delle gomme pare sprigioni fumi cancerogeni. Un ordine di sequestro della Procura di Genova interessa altri 13.000 esemplari circa già commercializzati.

Diverse indagini effettuate nel corso degli anni fanno emergere un quadro quanto mai preoccupante: a livello mondiale negli ultimi dodici anni l'incremento di prodotti contraffatti è stimato nel 1.850%. Basti guardare al numero di sequestri effettuati e ai quantitativi di merce sequestrata, non ultimo quelli relativi al caso di cui si discute in epigrafe.

La contraffazione1 come fenomeno moderno si è sviluppata a partire dagli anni ottanta in relazione alla accelerata internazionalizzazione dei mercati industriali, e al connesso smantellamento delle barriere doganali. Il progresso tecnologico, inoltre, ha fatto sì che non solo si estendessero i circuiti di distribuzione, ma anche che la contraffazione non fosse più circoscritta esclusivamente a beni di lusso, annoverando oggi nella sua produzione (si parla di ‘industria della contraffazione’) quasi tutti i beni di consumo, compresi prodotti sensibili sotto il profilo della salute e della sicurezza pubblica, quali medicinali, materiale medico, giocattoli, ricambi auto e ricambi aerei e prodotti alimentari.

L'Italia, la cui normativa di riferimento2 - specie alla luce delle recenti direttive comunitarie recepite e recepende3 - prevede norme severe per quanto riguarda la violazione di diritti di Proprietà Intellettuale e della concorrenza e del mercato, è, tra i Paesi UE, il maggiore consumatore di merci contraffatte, nonché fra i primi Paesi nella produzione e commercializzazione delle stesse.

I danni prodotti dalla contraffazione si posso raggruppare in almeno quattro macro-aree:
- danno economico, che coinvolge il mercato globale, il mercato interno UE e l'impresa nella sua individualità, con l'alterazione delle regole mercato e del regime della concorrenza.

- danno fiscale: la maggior parte dalla produzione contraffatta è sottratta all'imposizione fiscale (sia sotto il profilo della produzione sia sotto il profilo del prodotto); inoltre la contraffazione, industria privilegiata della criminalità organizzata, agevola la circolazione di danaro ‘sporco’.

- danno sociale: diminuzione dell'occupazione sul mercato tradizionale; incremento dell'occupazione nei mercati sommersi, che, com’è noto, operano in totale spregio di qualsivoglia normativa in materia di sicurezza sul lavoro; scoraggiamento degli investimenti e della ricerca.

- danno diretto al consumatore finale: spesso il prodotto contraffatto viene realizzato con materiale scadente e/o con sostanze vietate, che oltre a provocare malfunzionamento del prodotto possono arrivare a mettere a rischio l'incolumità delle persone.

Il commercio elettronico svolge un ruolo tutt'altro che secondario per l'industria della contraffazione. Grazie ai circuiti di commercio non tradizionali, in particolare quelli delle aste on line (e-Bay in primis), ogni giorno vengono distribuiti decine di migliaia di prodotti di consumo realizzati in patente violazione della privativa industriale4.

Non v'è dubbio che la contraffazione risponde ad una richiesta di mercato che tiene alta l'offerta. E' lo stesso consumatore, attratto e dal prezzo vantaggioso – anche di un bene di prima necessità come un farmaco: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che un medicinale su dieci e contraffatto, e l'Incb (Comitato internazionale per il controllo sui narcotici) nel suo rapporto 2006 ha lanciato un appello dichiarando che molti di tali farmaci contraffatti potrebbero avere conseguenze letali sui consumatori5 - e da un prodotto che altrimenti non acquisterebbe, a fungere da incentivo per questa industria. Ma sarà il medesimo consumatore a vedere spesso disattese le sue aspettative rispetto alla qualità promessa dal prodotto contraffatto (quando non proprio a rischiare la propria incolumità fisica), senza di contro poter usufruire di tutte quelle forme di garanzia derivanti da efficaci servizi di post vendita.

In questo senso il commercio elettronico, separando fisicamente il venditore dall'acquirente, moltiplica le possibilità di abusi, limitando notevolmente i rischi/costi dell'industria della contraffazione. Mentre in passato i produttori di merce contraffatta necessitavano di intermediari che si occupassero della distribuzione, oggi, grazie all'e-commerce, essi possono proporre direttamente la loro offerta al consumatore finale, che non ha strumenti adeguati per individuare la provenienza della merce falsificata, a fronte di ridotti costi finali di smercio (già bassi per i motivi esposti supra).

Emblematico a tale proposito è il caso delle San Disk contraffatte, schede di memoria che imitano in tutto e per tutto quelle della famosa casa produttrice (copiandone marchio, forma, contenuto della confezione, ecc.), offerte attraverso e-Bay a prezzi notevolmente competitivi, ma che presentano evidenti carenze strutturali e sono prive di un numero di serie valido necessario al fine della registrazione della garanzia (v.foto a seguire per un raffronto con un modello originale).

San Disk contraffatta

Ancora più grave è il commercio, notevolmente agevolato dalla pratica dello spamming, di prodotti farmaceutici che il consumatore è più propenso ad acquistare in maniera 'anonima', aggirando più facilmente l'obbligo della prescrizione medica, come i preparati che promettono un aumento delle prestazioni sessuali. Si tratta di prodotti di facile fabbricazione che possono assomigliare a quelli legali persino nella confezione e nell'etichetta, ma che spesso non contengo vero Sildenafil (principio attivo), ma sostanze tossiche o dosaggi eccessivi che aumenterebbero notevolmente il rischio di attacchi cardiaci (già contemplati da un'assunzione non controllata).

Il fenomeno della contraffazione, così descritto, è in grado di arrecare danni, nello stesso tempo, ai consumatori, ai lavoratori, alle imprese produttrici ed agli ordinamenti statali, titolari del potere impositivo.

Da quanto detto finora, emerge la dimensione transnazionale del fenomeno della pirateria e della contraffazione, e una valutazione comparativa del diritto sostanziale in materia di Proprietà Intellettuale si rende sempre più necessaria. In questo senso sembrano muoversi i più recenti atti della Comunità Europea6.

Sarebbe comunque un errore non tener conto, nel pianificare la cooperazione transnazionale, delle difficoltà incontrate dagli attuali produttori ‘regolari’: la scarsità di informazione, gli elevati costi di registrazione (di marchi ad esempio), l'insufficienza di metodi comparativi che agevolino l'individuazione di prodotti già esistenti, sono anch'essi d'ostacolo ad una efficace lotta alla contraffazione.


Adriana Augenti
per International Traders



[1] Quando si parla di contraffazione ci si riferisce tanto a merci contraffatte, che corrispondo a quelle merci che recano un marchio identico a quello di un marchio registrato, quanto a merci usurpative, che costituiscono riproduzioni illecite di prodotti coperti da copyright, modelli o disegni industriali. Altro tipo di contraffazione può derivare da sovraproduzione, effettuata in violazione del contratto di licenza, dirottazione di aree geografiche, per quanto riguarda la commercializzazione di alcuni prodotti, o anche da quella che potremmo definire imitazione servile di prodotti.
[2] Legge sul Diritto d'Autore (l. 633/41); Codice della Proprietà Industriale (d.lgs. 30/05); Legge antitrust (l. 287/90); alcuni articoli del codice penale e del codice civile; la Finanziaria 2004 (l. 350/2003), che ha introdotto il marchio “Made in Italy”; ...
[3] Direttiva (CE) IPR enforcemet 2004/48, recepita in Italia col d.lgs. 140/2006; la a tutti nota come Ipred 2, (testo A6-0073/2007); ...
[4] Più del 30% delle spedizioni postali sequestrate dalle dogane sono legate a vendite su internet. (Dati COM(2005) 479 def.)
[5] Si stima che nel modo ogni anno almeno 200.000 persone perdono la vita a causa di medicinali contraffatti. Nel 2006 a Shanghai sono stati sequestrati circa 400 chili di Tamiflu contraffatto, farmaco per la cura dell'influenza aviaria. Nel 2005 in Africa l'impiego di vaccini contraffatti ha causato 2.500 decessi (dati Incb).
[6] Fra tutti ricordiamo il Regolamento (CE) n. 1831/2003 del Consiglio, relativo all'intervento dell'autorità doganale nei confronti di merci sospettate di violare taluni diritti di Proprietà Intellettuale e alle misure da adottare nei confronti di tali merci, ed il relativo regolamento di attuazione, n. 1891/2004 della Commissione.



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